lunedì 2 gennaio 2012

ho aspettato tanto prima di scrivere un nuovo post, perchè avevo paura, non mi vergogno a dirlo, che scrivere amplificasse il mio dolore. paura di vedere nero su bianco, a dire il vero grigio su nero nel caso di questo blog, la mia sofferenza tradotta in parole.. ma poi ho deciso di scrivere perchè ne avevo bisogno.
il mio anno si è concluso con tanta delusione ed è iniziato con molta di più. non mi capacito del fatto che per quanto io possa essere una persona altamente imperfetta e che chiede tanto agli altri e che commette sbagli e spesso pignola all'ennesima potenza; sono una persona buona, ci metto tanto a fidarmi di una persona, ma quando questa entra nel mio cuore non ne esce più. e farei di tutto per il bene delle persone a cui tengo. tutelo i miei "cuccioli" che nessuno si deve permettere di ferire.. sono una persona così buona e trasparente che spesso forse la mie parole non sono accettate, tanto cerco di essere protettiva. ma è la mia natura, con le persone a cui tengo veramente non riesco a fingere, cosa che mi viene invece benissimo con quelle di cui non mi interessa nulla. con le persone a cui tengo non riesco a far finta di niente se mi feriscono, o se c'è qualcosa che io ritengo che non mi piaccia, non riesco a fare un sorrisino falso e magari poi tra me e me pensare "ma chissenefrega, facesse come gli pare, tanto la vita è la sua..". perchè la vita delle persone a cui tengo è anche la MIA vita. i loro problemi, sono i miei problemi. le loro lacrime, sono anche le mie. le loro sofferenze, sono anch'esse mie..
la delusione più grande di questo 2011 è quella di aver perso una persona che nel mio cuore c'era entrata sette anni fa e non avrei mai creduto ne volesse uscire così. una persona che mi odia a tal punto da non mandarmi neanche un messaggio di auguri per questo nuovo anno appena iniziato, anche se io ho provato fino a natale, con la scusa degli auguri a farle capire che era ancora nei miei pensieri.
per questo 2012 non auguro nulla a me stessa, perchè sono troppo impegnata a non andare a fondo per potermi perttere di augurami qualcosa di bello, ma auguro a tutto il mondo di essere sempre loro stessi. ogni giorno delle loro vite. di amare con tutto il cuore le persone a cui tengono. anche se non tutto in questa vita finisce come noi avremmo voluto.
trovate ogni giorno in voi la forza di andare avanti, perchè per quanto triste la vita a volte possa essere, vale la pena di essere vissuta, sempre.

mercoledì 16 novembre 2011



quanto mi manchi lo so io.


domenica 25 settembre 2011

Ci sono giorni in cui vorrei alzare il telefono e comporre quel numero che per tanti anni ho fatto senza neanche più pensare ai numeri in sè. Li componevo automaticamente, senza riflettere. Altrettanto automaticamente aspettavo che il telefono facesse quel paio di squilli, cosapevole che subito dopo avrei parlato con la sorella che non ho mai avuto del più e del meno. Di cose belle e cose meno belle. Di cose tristi e di cose divertentissime, tanto da continuare a ridere per cinquanta minuti buoni. Si parlava di tutto, senza dover aspettare nulla. Perchè tutto veniva così naturale, così spontaneo, cosi automatico. Anche questo. Ci si capiva al volo, anche quelle volte in cui non si aveva voglia di parlare. Bastava un'intonazione della voce, non so. Ma era così, era naturale che fosse così. E oggi mi rendo conto che quel numero non mi sento più a mio agio a comporlo, e che se anche lo componessi non sarebbe più lo stesso. Allora aspetto che squilli il telefono, ma non succede. E non so il motivo e non oso chiederlo. E così mi ritrovo ogni giorno, ogni momento della giornata a pensare al fatto che mi mancano da morire tutte quelle cose così automatiche che c'erano prima. Al fatto che prima ci si sentisse, non perchè stesse scritto da nessuna parte che dovesse essere così, ma perchè era automatico che fosse così. Perchè era bello che fosse così. Ma poi qualcosa cambia e non so davvero cosa sia esattamente a cambiare. Ma più il tempo passa e più ci si allontana. Se prima erano solo piccoli screzi, con il tempo tutto si amplifica. Il dolore si trasforma in rabbia, poi di nuovo in dolore, poi ancora rabbia, poi ancora dolore. E quando il dolore e la rabbia non trovano un chiarimento diventano un muro spesso e alto. E io, che ancora non capisco come sia potuto succedere, lo vedo crescere con le lacrime agli occhi e un peso enorme sul cuore, ogni giorno di più.

venerdì 23 settembre 2011

Nel paese della bugia, la verità è una malattia.


Gianni Rodari - Le storie

domenica 4 settembre 2011


Inside my heart is breaking

sabato 3 settembre 2011


Sometimes everything is wrong.

domenica 14 novembre 2010

Questo mondo deve cambiare, dovrà cambiare. Forse non oggi, e neanche domani. Forse non con la nostra generazione, quella dei nati negli anni Ottanta, e molto probabilmente non saranno in grado di cambiare le cose neanche le generazioni che ci hanno seguito negli anni Novanta. Molti di noi probabilmente sono stanchi di questa Italia dalle due facce. Come scrisse il Professor Lucio Sponza, in uno studio relativo agli emigranti italiani in Gran Bretagna nel XIX secolo, "su un lato della medaglia c'era l'Italia, il paese della bellezza e della cultura; dall'altro gli italiani, razza piena di ingegno ma corrotta, inaffidabile, licenziosa". Molti altri invece probabilmente godono ancora dell'opportunità di avere facilitazioni grazie a genitori, zii o nonni che occupano posti di lavoro di prestigio immeritatamente.
Io confido nella forza delle generazioni che devono venire, quelli che saranno i miei figli, i nostri figli, se questo Paese ci permetterà mai di averne. Loro non goderanno di alcuna facilitazione perchè la loro mamma non ne ha, e forse non ne avrà mai. I nostri figli cresceranno con poco. Non avranno la Playstation, e nemmeno l'Xbox o la Wii. Non avranno Sky e nemmeno Mediaset Premium. Non decideranno di vedersi una partita di calcio a dieci euro comodi sul loro divano, con Coca Cola in una mano e patatine nell'altra. Non avranno l'IPhone. Non avranno la connessione ad internet 24 al giorno già pagata con cui abbiamo reso milionari i vari Telecom, Vodafone e Tele2. Non avranno la pennetta da attaccare al laptop per chattare con gli amici su Facebook quando sono in giro, perchè un laptop, magari, manco ce l'avranno. Noi futuri genitori non glielo potremo permettere, non ce lo potremo permettere. E non rimpiangeremo il fatto di non poter spiare il nostro vicino su Facebook, o di guardare trecento diversi telefilm su Sky. Non ci mancheranno i centri commerciali.Non ci mancherà giocare ad improbabili videogiochi. Gli insegneremo a correre liberi nel parco vicino casa, e a giocare interminabili partite di pallone insieme ad i suoi compagni di giochi. Li ispireremo leggendo loro buone favole, e solleciteremo la loro creatività con la pasta di sale. Li aiuteremo a scrivere lettere agli amici che non vivono nella stessa città, e aspetteremo con trepidazione le loro risposte. Salteremo a corda con loro, e giochermo a campana. Li portermo al lago o al mare e gli insegnermo a lanciare i sassi a pelo d'acqua e conteremo quanti rimbalzi farà sull'acqua quel sasso, e cercheremo conchiglie con cui poi fare bellissime collane.
Non ci mancherà tutto quello che abbiamo noi oggi, ma piangeremo pensando a quanto l'Italia fosse volata in alto, a quanto benessere ci abbia abituato e poi non sia stata in grado di garantirci, quel benessere che noi non potremo garantire ai nostri figli.
Ai miei bimbi racconterò che la loro mamma ha studiato tanto, che ha fatto l'università, e ha studiato lingue, la sua vera passione. Racconterò loro che il suo relatore in seduta di laurea le disse che era "un'eccellente traduttrice". Racconterò loro che ci ho provato con tutte le mie forze, che ho mandato centinaia di curricula, e che nessuno ha mai risposto, perchè in Italia funziona così. Racconterò loro che la loro mamma a venticinque anni ha dovuto mettere da parte i suoi sogni, perchè l'Italia non ti permette di sognare, ti illude di poterlo fare, ma non lo fa. Racconterò loro che la loro mamma laureata avrebbe accettato anche un posto di commessa full time a seicento euro al mese in una catena di profumerie, con un contratto come stagista a tempo determinato per sei mesi, ma non ha potuto perchè dopo il colloquio non è più stata chiamata. Spiegherò loro che di soli sogni non si vive, e che per costruire una vita purtroppo servono i soldi. Tanti soldi.
Insegnerò loro a lottare, per avere un futuro migliore, per non finire come la loro mamma, per non dover rinunciare un giorno ai loro sogni. Spiegherò loro che in Italia c'è troppa gente indifferente, che pensa solo a se stessa credendo che nulla accadrà mai al loro piccolo e perfetto mondo scintillante; ma è lì che sbagliano, la vita può cambiare in un attimo, a chiunque. Insegnerò loro che non è giusto l'odio. Insegnerò loro a non odiare questo Paese, che è la loro Patria. Li esorterò a costruire un mondo migliore. Insegnerò loro che, come diceva Pangloss, "tutti gli eventi sono connessi nel migliore dei mondi possibili", ma che "dobbiamo coltivare il nostro orto", come diceva Candido.
Quello che la mia generazione non è in grado di fare, troppo addormentata e troppo cieca, da non riconoscere che l'Italia sta finendo in un baratro; spero siano in grado i nostri figli che devono ancora venire.